ANNO 14 n° 118
Giovedì Web
Spotify vende i dati
degli utenti free
di Samuele Coco
28/07/2016 - 02:00

di Samuele Coco

Se ne parlava da molto tempo, praticamente da quando è stato lanciato il servizio, ma ora è ufficiale: Spotify ha accordi con diverse società pubblicitarie per la cessione dei dati dei circa 70 milioni di account gratuiti.

L’azienda svedese ha così annunciato l’introduzione di pubblicità mirate, visto che ora le agenzie saranno in grado di conoscere tutti i dati forniti dall’utente a Spotify, ovvero età, provenienza geografica, sesso e tutta la musica ascoltata. Le agenzie pubblicitarie potranno così indirizzare in tempo reale i loro spot ad una platea meglio definita grazie all’analisi delle informazioni riportate.

In una nota ufficiale, Spotify ha inoltre aggiunto che questa funzionalità di ''programmatic advertising'' coinvolge solo gli utenti del servizio free, ovvero l’account gratuito che permette di riprodurre tutto il catalogo musicale ma intervallandolo con degli spot pubblicitari, e che il servizio sarà attivo su oltre 59 mercati, tra cui l’Italia.

Oggi, annunci come questo non sconvolgono più nessuno: siamo già abituati ad essere ''tracciati'' in cambio dei prodotti offerti da Google, Facebook e tutti gli altri servizi online che si spacciano per gratuiti ma che in realtà non lo sono affatto. Le nostre attività, i nostri dati e i nostri gusti permettono a queste compagnie di guadagnare grosse cifre attraverso la vendita di tutti queste informazioni alle aziende che si occupano di marketing, pubblicità e analisi.

Spotify è il leader del mercato dello streaming musicale, ma la concorrenza di Apple e i bilanci da troppo tempo negativi hanno probabilmente spinto i vertici aziendali verso questa scelta che potrebbe non piacere a tutti. Apple prova ancora a farsi garante della nostra libertà in rete, ma con l’avvento della digitalizzazione la privacy è praticamente morta, facciamocene una ragione.

 





Facebook Twitter Rss